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🇰🇪 Kenia: Sama, compagnia keniota che risponde alla moderazione contenuti di Facebook, per raggiungere le quote di produttività espone il suo personale a materiale disturbante con ritmi che portano a sviluppare traumi: la "pausa benessere" obbligatoria settimanale deve venire implorata, si hanno 50 secondi per moderare singoli contenuti (inclusi video di minuti) mantenendo una precisione dell'84%, si è monitorati durante l'attività lavorativa, e dell'atto di rinuncia per possibili traumi (presente in paesi UE) non v'è traccia. Inoltre, alla richiesta di alzare gli stipendi - Facebook li paga circa $2 l'ora - l'azienda risponde dicendo che non vuole scombussolare il mercato locale.

Quando due anni fa un sindacato interno provò a rivendicare i propri diritti, la compagnia lo smantellò, promettendo promozioni e licenziandone il promotore. Il quale, continua ad avere disturbi legati al suo ex lavoro, senza al tempo stesso potersi permettere un terapeuta.

"Facebook si sta arricchendo esportando il trauma lungo i vecchi assi coloniali di potere, lontano dagli Stati Uniti e dall'Europa, verso il mondo in via di sviluppo"

https://time.com/6147458/facebook-africa-content-moderation-employee-treatment/

#lavoro #social #spiche
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Inside Facebook's African Sweatshop

Workers in the Nairobi office are among the lowest-paid workers for the platform anywhere in the world

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1.5K viewsedited  Feb 17, 2022 at 17:57

🇰🇪 Kenia: Sama, compagnia keniota che risponde alla moderazione contenuti di Facebook, per raggiungere le quote di produttività espone il suo personale a materiale disturbante con ritmi che portano a sviluppare traumi: la "pausa benessere" obbligatoria settimanale deve venire implorata, si hanno 50 secondi per moderare singoli contenuti (inclusi video di minuti) mantenendo una precisione dell'84%, si è monitorati durante l'attività lavorativa, e dell'atto di rinuncia per possibili traumi (presente in paesi UE) non v'è traccia. Inoltre, alla richiesta di alzare gli stipendi - Facebook li paga circa $2 l'ora - l'azienda risponde dicendo che non vuole scombussolare il mercato locale.

Quando due anni fa un sindacato interno provò a rivendicare i propri diritti, la compagnia lo smantellò, promettendo promozioni e licenziandone il promotore. Il quale, continua ad avere disturbi legati al suo ex lavoro, senza al tempo stesso potersi permettere un terapeuta.

"Facebook si sta arricchendo esportando il trauma lungo i vecchi assi coloniali di potere, lontano dagli Stati Uniti e dall'Europa, verso il mondo in via di sviluppo"

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